Tutto cospira a tacer di noi

Labirynth
Labirynth

“Tutto cospira a tacer di noi” Rainer Maria Rilke

Era un primo pomeriggio qualsiasi di diversi anni fa.
Un noto personaggio televisivo, dopo una interruzione durata mesi, riprese il suo programma così: “Mi hanno detto che non devo parlare del cuore dell’uomo, del suo desiderio…”
Ogni tanto ripenso a quelle parole.
Lo faccio quando un intellettuale “al passo coi tempi” mi invita a non restare indietro, a “evolvermi”, a cambiare perché le cose cambiano, perché ciò che era vero una volta oggi non lo è più, perché la morale la fa la maggioranza; quando un conduttore di successo spiega di riempire i suoi programmi di tette e culi perché è quello che vogliono gli italiani; quando un ex ministro della sanità mi avverte che tra pochi anni essere bisessuali sarà come mettere le posate in tavola prima di pranzo.
“Mi hanno detto che non devo parlare del cuore dell’uomo, del suo desiderio…”
E subito mi torna alla mente la scena di un vecchio film, “Labyrinth”, in cui Jareth, re dei goblin (interpretato da David Bowie), fa cadere la giovane Sarah in una stanza sotterranea identica alla sua camera da letto, perché creda che il terribile viaggio nel labirinto alla ricerca del fratellino rapito sia solo un incubo e si riposi, interrompendo così la sua ricerca e abbandonando definitivamente il bimbo nelle sue mani.
Stanno cercando di fregarci allo stesso modo; solo che a noi non hanno rapito nessuno, semmai hanno tolto qualcosa spingendoci a credere che è inutile sentirne la mancanza.
Per capire a che mi riferisco basta guardarsi intorno.
Vuoi divertirti? Basta dirlo.
Nintendo, playstation, x-box, pc e ancora, parchi divertimento, parchi a tema, e per i più grandi schermi 3d, spa, crociere, auto di lusso e una bella casa, magari con piscina.
Vuoi essere sempre con i tuoi amici? Basta chiedere.
Puoi chattare, messaggiare, telefonare, videotelefonare, spedire mail, foto, messaggi vocali, magari solo per dirsi “ti-chiamo-tra-un-minuto-adesso-sono-seduta-sulla-tazza”.
Non vuoi più sentirti a disagio? Perché non lo hai detto prima?
Porta questa borsa e ti ammireranno, infila queste scarpe e farai un figurone, indossa questo giubbotto ed entrerai nel giro, con questo “outfit” ti invidieranno tutti.
Di qualunque cosa tu abbia bisogno, qualunque cosa ti serva o desideri io te la darò, dice il Potere, se ogni mattina ti alzerai deciso a lavorare sodo per me, a dedicarmi la vita.
C’è solo un piccolo inconveniente, che l’antica saggezza popolare ha riassunto in un eloquente proverbio: il diavolo fa le pentole ma non i coperchi.
E così, mentre cercano di ingannarci in mille modi, ciò che bolle nelle profondità più inaccessibili del nostro cuore tracima e non c’è coperchio capace di impedirlo.
È possibile, però, soffocare in qualche modo il fuoco, affinché il bollore ritardi.
La scena del film di prima è ancora davanti ai miei occhi e non vuole andarsene.
Il nostro cuore desidera cose che il Potere non può e non vuole concedergli, ma per mantenere il controllo su chi è deciso ad attraversare il labirinto bisogna fare in modo che chieda solo ciò che gli si può dare, costringerlo ad abbassare il tiro.
Il trucco è spingere l’uomo a guardare sesso, ricchezza e fama come se fossero indispensabili alla sua felicità; è ingannare Sarah, che cerca l’uscita dal dedalo, facendole credere che non deve desiderare altro che la sua confortevole camera piena dei tanti peluche a lei così familiari.
Non ti opporre e non avrai fastidi.
In altre parole: accetta ciò che accettano tutti e sarai accettato anche tu.
“Mi hanno detto che non devo parlare del cuore dell’uomo, del suo desiderio…”
Ma questo ha un prezzo, porta a delle conseguenze: la pentola, prima o poi lo si scopre, è senza coperchio.
“Siccome ciò che un uomo cerca nei piaceri è un infinito, e nessuno rinuncerebbe mai alla speranza di conseguire questa infinità, ecco che succede che tutti i piaceri | finiscono nel disgusto.”
(Cesare pavese da “IL mestiere di vivere”)

Non sono un complottista. Non credo che il Potere abbia il cognome di questa famiglia di politici piuttosto che di quella stirpe di miliardari.
Perché si adatta, cambia a seconda delle epoche, delle situazioni, dei sistemi economici e politici, delle ideologie.
Questa è la realtà, da sempre, che ce ne accorgiamo o no.
A chi leggerà queste righe voglio lanciare un invito.
Andiamo pure dove ci porta il cuore, ma educhiamolo prima a seguire quell’infinito, oggetto del suo desiderio, senza il quale, lentamente ma inesorabilmente, si finisce col vivere tutto con disgusto o, peggio ancora, nella noia.
E se ci accorgiamo di esserci fatti bastare ciò che tra un anno non sarà più di moda, di credere di avere un problema in meno solo perché abbiamo qualcosa in più, vuol dire che quello che abbiamo intorno, per quanto familiare e rassicurante, è soltanto un’immagine, costruita e posticcia, di ciò che cerchiamo veramente.
Usciamo dalla stanza e rimettiamoci in cammino.