Vox populi, vox dei…fumati!

 

Droga

La corte costituzionale ha da poco bocciato la legge che nel 2006 equiparò droghe pesanti e leggere, insinuando il dubbio che, oltre alla giurisprudenza, sia convinta di poter insegnare agli italiani anche qualcosa di medicina.
Sorvoliamo sul fatto che la corte ha usato due pesi e due misure: ha infatti bocciato la legge contestando che le nuove norme in materia di droga erano state inserite con un emendamento, in fase di conversione, nel decreto legge sulle Olimpiadi invernali di Torino del 2006, ma non ha contestato il recente inserimento della riforma dell’assetto proprietario della Banca d’Italia, che come al solito va incontro alle banche, nel decreto IMU.
Sorvoliamo anche sul fatto che il sen. Del PD Luigi Manconi difenda a spada tratta la legalizzazione delle droghe come la cannabis insieme con il suo amico Vendola, il primo ex senatore dei Verdi e il secondo con “ecologia” scritto in verde al centro del simbolo del partito, nonostante molta della cannabis odierna sia un vero e proprio OGM contenente più principio attivo di una volta.
Qualcuno dirà: ma con la legalizzazione ci sarà più controllo, più sicurezza, non si potrà fare da sé e di nascosto.
Già, è più o meno quello che si rispondeva a chi, quando iniziarono i trapianti di organi, paventava il rischio di un mercato nero alimentato da espianti clandestini.
Sappiamo tutti come oggi vanno realmente le cose.
Anche le sigarette sono prodotte e vendute in tutte le tabaccherie dallo stato: venitemi a dire che il contrabbando non esiste.
Non è su questo, però, che voglio attirare l’attenzione.
C’è di peggio.
In una intervista sul Messaggero del 13 febbraio, il sen. Manconi, difendendo la sentenza della Corte Costituzionale e auspicando la legalizzazione delle droghe “leggere”, dichiara testualmente:
“…uno stato che colpevolizza e sanziona penalmente lo stile di vita e i comportamenti di un quarto dei suoi cittadini fa un’operazione irrazionale, cioè priva di senso.”
L’affermazione è chiara, netta ed ha evidentemente valenza assoluta.
È anche assurda e pericolosa.
Lo stato non può e non deve combattere un fenomeno socialmente diffuso (si parla in questo caso del 20-25% della popolazione italiana).
È quindi la diffusione sociale, neanche maggioritaria, di un fenomeno, di un comportamento, che ne determina automaticamente la liceità, la ragion d’essere e di permanere indisturbato.
Un tale ragionamento giustifica la corruzione laddove è divenuta quasi una prassi; l’intolleranza religiosa e gli omicidi che ne derivano in paesi come Afghanistan, Pakistan e India, per citarne solo alcuni; la persecuzione degli omosessuali attraverso leggi repressive e punitive come accade in molte nazioni, ad esempio quelle a maggioranza musulmana.
Se un comportamento è socialmente diffuso, lo stato che lo sanziona è irrazionale, dice il sen. Manconi.
Una tale visione delle cose avrebbe giustificato il triste destino degli ebrei durante la seconda guerra mondiale, in virtù del sentire comune del popolo tedesco, o meglio, di una sua parte, ebbro di odio e delirante di onnipotenza.
Una tale visione delle cose giustificherebbe oggi l’espulsione di tutti quegli stranieri, tanto cari alla sinistra e che io considero meritevoli di restare nel nostro paese, sia chiaro, che secondo il sentire comune, per Manconi basta il 20%, rubano il lavoro in Italia o in altri paesi, dove la soglia minima “manconiana” è stata abbondantemente superata.
Una tale visione delle cose permetterebbe il perpetuarsi delle condizioni di segregazione della donna esistenti ancora in molti paesi, visto il supporto di metà della popolazione, che è maschile.
Una tale visione delle cose, per sdrammatizzare un po’, renderebbe cosa buona e giusta (oltre a farmi felice) un bel “vaffan…” a Edoardo stoppa da parte del popolo cinese, visto che da quelle parti i “cagnolini” sono come i polli per gli occidentali, e anche io me la prenderei se qualcuno mi dicesse cosa mangiare.
Trovo anche ridicolmente contraddittorio vedere quelle forze politiche che da sempre definiscono la religione come “oppio dei popoli”, usando con accezione implicitamente negativa il concetto di droga, difendere il diritto di drogarsi senza ingerenze né restrizioni da parte di nessuno, tantomeno dello stato o della Chiesa.

Invito il sen. Manconi ad una riflessione e pongo a tutti una domanda:
se domani la percentuale di adulti depravati che amano fare sesso con bambine (ho una figlia di 13 anni) aumentasse fin oltre la soglia del 25%, e si votasse con una legge fatta apposta a favore di ciò che oggi riteniamo, evidentemente non tutti purtroppo, una porcheria da pervertiti, questo la renderebbe lecita?
Avrebbe ancora il coraggio di affermare che “…uno stato che colpevolizza e sanziona penalmente lo stile di vita e i comportamenti di un quarto dei suoi cittadini fa un’operazione irrazionale, cioè priva di senso”?