Libertà di espressione a senso unico.

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È domenica, il 6 gennaio 2013. Per me e per tanti altri l’Epifania.
Finisco per errore, è una trasmissione che non guardo mai, su rai due mentre va in onda “quelli che”.
Conduttrice Victoria Cabello.
Il nobile Costantino della Gherardesca è in collegamento dalla casa di un amico, nobile anch’egli.
La conduttrice gli chiede come ha passato le vacanze e lui racconta di aver appena trascorso un periodo poco piacevole perché odia il Natale e odia la famiglia (si, ha detto proprio così); avrebbe preferito passare il capodanno con delle lesbiche (?!). Sorvolo sul commento sessista: la simpatia delle persone non dipende dal loro orientamento sessuale.
Ma quello che sento dopo è anche peggio perché il “trio medusa” gli risponde: “Costantino, siamo con te!”
Non è chiaro se per solidarietà col malinconico Costantino o pensando a due settimane di vacanze chiusi in casa con le ragazze di cui sopra.
Resto comunque allibito.
Da dove sarebbero nati tutti questi fenomeni della natura, in uteri artificiali?
Chi li ha cresciuti? Hanno anche loro dei genitori, allora perché parlare di odio per la famiglia?
Ho subito immaginato cosa sarebbe successo se qualunque altro, soprattutto se un personaggio pubblico non allineato alla cultura dominante, avesse dichiarato di aver passato un brutto fine settimana a causa del passaggio nella via sotto casa del “gay pride”, perché odia le unioni omosessuali.
Facciamo questo piccolo sforzo.
Pensiamo a chi, In Europa, solo per aver fatto dichiarazioni molto più leggere in tal senso, è stato costretto a scusarsi o denunciato per razzismo e omofobia, rischiando molto a livello personale.
È, ad esempio, il caso di questo signore inglese, che alla fine ha vinto la causa per il reintegro, ma che fu rimosso dalla sua posizione di manager con una decurtazione di quasi metà dello stipendio, solo per aver scritto, sulla sua pagina di facebook, che uno stato non può costringere un religioso a celebrare un matrimonio.
http://www.theguardian.com/law/2012/nov/16/christian-wins-case-gay-marriage-comments
Per trovare questa notizia, che già conoscevo, ho dovuto cercare su internet per più di mezz’ora.
Non sono comunque riuscito a trovarla in italiano.
Lo stesso dicasi per tutte quelle notizie imbarazzanti per il mondo gay, in attesa di leggi che permettano di eliminare dalla scena gli “omofobi”, ossia chiunque non sia d’accordo con loro; e il problema riguarda anche altri campi della nostra vita, come l’aborto.
Alcuni esempi:

Belgio
https://www.corrispondenzaromana.it/arcivescovo-offeso-e-umiliato-in-pubblico-dalle-femen/
Attivista pro-gay tenta massacro di “omofobi”
https://edition.cnn.com/2013/09/19/justice/dc-family-research-council-shooting/index.html
Questo è il livello dell’informazione che ci viene “offerta” e vi prego, non ditemi che siamo al 57° posto per la libertà di stampa a causa di Silvio.
Quelli che decidono se far girare o ignorare le notizie sono di tanti colori, ma tutti legati dagli stessi fili, come le marionette di un burattinaio.

Ho concluso le mie vacanze di Natale cambiando canale e facendomi una domanda che giro a chiunque si avventurerà da queste parti.
Perché se odi la famiglia puoi dirlo apertamente, su una rete del servizio pubblico, in un’ora di massimo ascolto, la Domenica pomeriggio, proprio in faccia alle odiate famiglie che ti stanno guardando dopo aver pagato il canone, senza che ci siano conseguenze, neanche una protestina piccola piccola?
Che stupido, non ci avevo pensato: non esiste ancora una legge sulla “famigliofobia”!